L’US Lecce scende in campo a favore di ACTIONAID, organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della fame nel mondo, della povertà e dell’esclusione sociale. In occasione della gara Lecce – Frosinone, all’ingresso delle squadre, i giocatori di entrambe le formazioni indosseranno la maglietta di ActionAid. L’US Lecce ha deciso di sostenere e patrocinare l’iniziativa “Dai mondiali di calcio 2014 alle Olimpiadi 2016”, un progetto triennale di ActionAid che vede al centro lo sport, inteso come riscatto sociale e di integrazione. Una vera e propria sfida che si articolerà lungo tre grandi eventi sportivi, la Fifa World Cup 2014, l’EXPO 2015 e i Giochi Olimpici 2016 e che vede uniti nella lotta alla povertà i grandi protagonisti dello sport.
La partnership tra US Lecce e ActionAid è stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Giulia Tesoro, vice-presidente del club giallorosso e Barbara Antonelli dell’Ufficio Relazioni Pubbliche di ActionAid. 
“Mai come oggi – ha dichiarato Giulia Tesoro – sono fiera e forte per il ruolo che ricopro. Come Unione Sportiva Lecce abbiamo sostenuto diverse iniziative sociali, con quella di oggi al fianco di ActionAid vogliamo dare voce e fungere da megafono a chi è meno fortunato. Il Lecce crede nell’impossibile e per questo abbiamo sottoscritto un accordo con ActionAid di tre anni per difendere i diritti fondamentali di tutte le persone. Questa collaborazione avrà il suo inizio con la gara di domenica prossima contro il Frosinone, quando i giocatori faranno il loro ingresso in campo con indosso le maglie di ActionAid.”
Barbara Antonelli ha voluto ringraziare l’US Lecce per il sostegno, dicendo che “ ActionAid collabora anche con Coni ed altre Federazioni sportive, perché lo sport è uno strumento utile per uscire dalla povertà e dall’esclusione sociale. Bisogna crederci perché stando tutti uniti la lotta alla povertà si può vincere. Il progetto si articolerà in tre fasi ed è rivolto ai bambini dai 10 anni ai 18 anni per dar loro delle alternative”.